Le origini
Quando
si comincia a fare astronomia, ma sopratutto si comincia da soli, la cosa non
è delle più facili, anche se si ha tutta la passione di questo
mondo.
Montarsi da soli un telescopio, ma come? Dirigerlo verso il cielo, ma verso
che cosa poi? Che cos'è quell'asterismo di stelle? Che costellazione
sarà quella? Ma quel batuffolino in cui sono incappato guardando nel
binocolo, cosa sarà? Ecc., ecc., ecc.......
Così un bel giorno, siamo nel 1984, un astrofilo in erba cercò
disperatamente, attraverso amici e colleghi di lavoro, un qualcuno che ne sapesse
più di lui. Proprio in due colleghi di lavoro trovò quello che
cercava; non che ne sapessero più di lui, ma si erano già in tre!!
Cominciarono a fare osservazioni ad occhio nudo, con l'ausilio del mitico Atlante
di Orione, imparando nel giro di un anno tutte le Costellazioni visibili dal
nostro emisfero. Nel frattempo si aggiunsero altri due astrofili, siamo nel
1985, e con le esperienze personali di ognuno, il gruppetto cresceva di numero
e di esperienza.
Durante l'autunno-inverno di quello stesso anno, transitava nei nostri cieli
la cometa di Halley. Fu un'occasione d'oro, perchè ci ritrovammo tutti
ad osservare e fotografare l'astro chiomato (oltretutto molto deludente), ma
fu il collante che cementò ancor di più la nostra amicizia e,
di conseguenza, l'unità del gruppo.
Ma la svolta venne nel 1986 quando, tramite un'inserzione sulla rivista di astronomia
"ORIONE", rendemmo pubblica la nostra esistenza, invitando eventuali
appassionati di Ivrea, Canavese e Biellese a contattare il "neosegretario".
A giugno dello stesso anno si raggiunse il fatidico numero di dieci adesioni;
si prese così la decisione di fare la prima riunione di gruppo in casa
di uno dei soci. Durante quella stessa riunione, un socio, che era nella Pro-Loco
di Andrate, propose di fare una serata divulgativa in occasione della festa
di S.Maria che si svolgeva l' 8 Settembre.
Presi tutti dall'entusiasmo, preparammo alcune foto da mettere sui tabelloni
ed un set di diapositive sulle Costellazioni e sulla cometa di Halley da proiettare
al pubblico. La serata fu un vero successo anche perchè ci fù
una sessione osservativa del cielo settembrino di Andrate (per fortuna quella
sera fece bello).
Durante una riunione di fine anno, decidemmo di costituire, almeno ufficiosamente,
il Gruppo Astrofili Eporediesi - "G.B.Beccaria" di
Ivrea.
Nel 1987 si ebbe la fortuna di conoscere il Sig. Claudio Casacci, appassionato
astrofilo e membro della "Scuola di Astronomia - Francesco Zagar"
di Torino, che ci forni indicazioni e materiali preziosi per lo sviluppo del
nostro sodalizio.
I tempi erano maturi per la Costituzione Ufficiale con uno Statuto.
Infatti nel Giugno 1988, davanti ad un notaio, 15 soci fondatori, tra i quali
i primi tre, firmarono l'atto statutario. Da allora il GAE fu impegnato presso
Enti pubblici e privati, con lezioni nelle aule e serate osservative nelle piazze
(cosa che fa tutt'ora).
Nel 1990 si iniziò addirittura la costruzione di un Osservatorio Astronomico
in quel di Montalenghe, ponendo sotto alla cupola di 3,5 metri uno strumento
in configurazione Newton da 0,40 mt.; la struttura fu voluta dall'indimenticabile
Carlo Laiolo e costruita dal compianto Emidio Benetti, purtroppo entrambi deceduti,
e fu inaugurata nel Maggio 1992. Restò in servizio fino al 2001 quando
un'insopportabile inquinamento luminoso fece prendere la triste decisione di
smantellarlo. L'unico problema restava sempre la sede.
Il numero dei soci ormai aveva raggiunto la trentina e la stanzetta in quella
casa del socio era divenuta insufficiente. Si andò a Samone nella Sala
Consigliare che, gentilmente, il sindaco Sig. Ottino ci accordò per un
periodo di tempo.
Poi andammo a Loranzè nella Casa Repubblicana per approdare poi a Bellavista
al Centro Anziani. Ma il materiale didattico e strumentale in dotazione al GAE
stava ormai diventando veramente molto, per cui si giunse alla decisione di
prendere un appartamento a Baio Dora, grazie all'interessamento dell'allora
segretario Umberto D'Agnese (mancato prematuramente). Quella sede andava bene,
ma era troppo decentrata da Ivrea per cui, dopo tre anni, trovammo un' ottima
sistemazione presso la Parrocchia di S.Giovanni Battista (grazie al Parroco
Don Giuseppe Scapino), nel quartiere S.Giovanni ad Ivrea, che è l'attuale
e, speriamo, definitiva sede.
Sabato 14 ottobre 2006 abbiamo festeggiato il 20° anniversario
della fondazione del Gruppo Astrofili Eporediesi con l'inaugurazione della meridiana
posta all'ingresso della nostra sede nella chiesa di San Giovanni Battista,
seguita da un rinfresco con una torta solare!!
Nel 2011 abbiamo festeggiato il 25° anniversario della fondazione, è una ricorrenza
speciale e per questo le pagine del sito sono statemarchiate per tutto l'anno con
il logo creato per la ricorrenza che ricorda a tutti l'importanza di questo
evento.
In venticinque anni
abbiamo fatto tante cose e tanta strada.
Oggi oltre che aiutare i numerosi principianti che si presentano in sede non
solo a conoscre il cielo, ma anche a scegliere gli strumenti al meglio evitando
dispendiosi errori, facciamo divulgazione astronomica in numerose scuole e di
questo ne siamo particolarmente fieri; sembra quasi impossibile che venticinque anni
fa non ci fosse nessuno ad insegnare a noi!!
D'altronde i gruppi
astrofili in Italia si sono decuplicati in questo ultimo decennio per cui, oggi,
diventare astrofili è molto più semplice non solo perchè
gli strumenti hanno prezzi più abbordabili, ma anche perchè si
trova facilmente chi insegna ad usarli.
Purtroppo qualcuno dei nostri vecchi soci non c'è più e ad essere
sinceri ricordiamo con molta nostalgia quel periodo un po' pionieristico dei
nostri inizi. Anche noi invecchiamo, ma siamo fiduciosi che fra molti anni ci
siano ancora dei giovani astrofili che continuino a scrivere la storia del Gruppo
Astrofili Eporediesi "G.B.Beccaria" di Ivrea.
Un Vecchio Socio Astrofilo
Chi era Beccaria?
Francesco Ludovico Beccaria nacque a Mondovì in provincia di Cuneo, il 3 ottobre 1716.
Entrato nell'Ordine degli Scolopi, compì i suoi studi e divenne religioso
professo assumendo il nome di "Giambatista" (da lui scritto sempre in questo
modo).
Insegnò dapprima nelle scuole del suo Ordine a Narni, Urbino, Palermo
e Roma.
Nel 1748 venne chiamato dal Re Carlo Emanuele III alla Cattedra di Fisica dell'Università
di Torino dove ne rinnovò l'insegnamento dandogli un carattere essenzialmente
sperimentale.
Il suo arrivo a questa Cattedra segna un netto cambiamento nello schema scientifico
dell'Ateneo torinese: la supervisione fino ad allora accettata della filosofia
sulle scienze viene respinta, e la "fisica cartesiana" viene sostituita dai
metodi sperimentali dell'ottica newtoniana e della meccanica galileiana.
I suoi interessi scientifici riguardano quasi esclusivamente l'elettrologia.
Subito inizia nuovi studi sui fenomeni elettrici, fino allora considerati più
che altro oggetto di curiosità, e pone l'elettrologia su basi scientifiche
come modernamente intese, portando la ricerca scientifica piemontese al livello
delle più famose Università europee.
Nel suo trattato "Dell'Elettricismo Artificiale e Naturale" edito nel 1753 il
Beccaria accetta la teoria di Franklin del fluido unico, vi inquadra i fenomeni
osservati e li descrive quantitativamente.
Il suo è all'epoca, il miglior trattato di elettrologia a livello mondiale:
in esso descrive una classificazione dei corpi elettrici, la funzione del dielettrico
nei condensatori, le proprietà magnetiche dei conduttori.
Scopre quella che verrà poi denominata "gabbia di Faraday" e sua è
l'osservazione, fondamentale per l'elettrostatica, che ogni elettricità
si riduce alla superficie libera dei corpi senza diffondersi nell'interiore
sostanza loro.
Dimostra cioè che, contrariamente a quanto fino ad allora creduto, la
resistenza elettrica in un conduttore è proporzionale alla lunghezza
dello stesso, formulandone così il primo enunciato quantitativo.
Classifica le scariche elettriche, studia l'elettricità atmosferica ed
il parafulmine, che si diffonde così in Piemonte prima che altrove.
Nel 1770 diresse a Milano l'installazione dei parafulmini a difesa del Duomo.
La scuola ed il metodo di Beccarla si impongono a livello internazionale.
Dopo l'edizione italiana, il suo trattato venne tradotto in inglese e diffuso
in America per interessamento dello stesso Benjamin Franklin.
Beccaria fu dunque un fisico di primo piano, ben noto in campo internazionale
e ammirato soprattutto da Franklin e da Priestley. La scuola torinese che si
forma attorno ad esso è una significativa espressione dell'illuminismo
piemontese.
Tra i suoi allievi vi sono: G.Francesco Cigna, Luigi Lagrange, il Conte G.Angelo
Saluzzo di Menusiglio ed anche scienziati come Alessandro Volta e Luigi Galvani.
Nel 1759 il gesuita Padre Ruggero Boscovich, un diplomatico dalmata di passaggio
a Torino, informò Carlo Emanuele III che molti sovrani avevano fatto
eseguire misurazioni dei meridiani nei loro Stati. Il Re, che voleva fare del
suo Piemonte un centro di cultura e teneva in gran conto le scienze, affidò
al Beccaria, che era divenuto anche precettore dei suoi figli, l'incarico di
misurare il meridiano di Torino: il Gradus Taurinensis.
Per le sue triangolazioni lo scienziato scelse il meridiano che attraversa il
Piemonte da Andrate a Mondovì, e misurò con tutta la possibile
precisione dell'epoca la lunghezza dello stradone che collega Torino a Rivoli,
ne fissò gli estremi con due pietre di marmo infisse nel suolo, nelle
vicinanze delle due città, e ne indicò inoltre la posizione tra
gli alberi ai lati dello stradone.
Le due pietre di segnalazione con l'andar del tempo furono sepolte da successivi
strati di terra ed anche gli alberi furono tagliati, così se ne perse
ogni traccia.
Solo nel 1808 durante la dominazione francese, il Generale Sanson, direttore
dei depositi di guerra, incaricò l'Ing. Lasseret di ricercarle.
Con l'aiuto degli appunti del Beccaria ormai deceduto, del Prefetto del Dipartimento
Stefano Vincent, dell'allora Sindaco di Torino Giovanni Negro e del Sindaco
di Rivoli M. Revelli, le due pietre furono ritrovate e si decise di innalzarvi
sopra a spese dei Comuni, due obelischi uguali che avrebbero ricordato per sempre
l'evento.
Il giorno 8 di ottobre 1808 fu inaugurato l'obelisco di Rivoli ed il 7 dicembre
dello stesso anno quello di Torino.
Il monumentino a piramide, coronato da un astrolabio, che sorge in Piazza Statuto
a Torino, è stato così descritto in un romanzo di Marina Jarre:
"La grigia guglia di granito sormontata da un globo di bronzo con i meridiani,
tra il verde di Piazza Statuto, ricorda ai Torinesi un pezzo di storia cittadina
sul finire del settecento quando, in una città di 72.500 abitanti, rischiarata
da poche rudimentali lanterne ai crocevia, l'elettricità era ancora una
forza misteriosa con la quale solo "i maghi" potevano prendere confidenza. E
mago era considerato dal popolino Giambatista Beccaria, un frate di Mondovì
che abitava all'inizio di via Po (una stanza che fu incorporata nell'Hotel Londra
sopra il Caffè Dilei) e che aveva impiantato in una torretta un piccolo
osservatorio di meteorologia e di astronomia sormontato da una spranga di ferro:
il primo parafulmine italiano."
Il Comune di Torino ha intitolato al Beccaria il Corso che da Piazza Statuto
conduce al Corso Principe Eugenio.
Nel saggio Gradus Taurinensis del 1774 Beccaria attribuì al grado meridiano
la lunghezza di Km. 112,06: un po' più grande rispetto al valore medio
adottato oggi di Km. 111,137. La circonferenza terrestre gli risultava di Km.
40.332 invece che dei Km. 40.009,152 valore universalmente adottato oggi. Il
valore numerico ottenuto di 1° 7' 44" fu contestato da Cesare Cassini (la
stima basata sull'elissoide medio è di 1° 8' 14") ma le misure effettuate
dal Plana nel 1820 confermeranno i dati del Beccaria perche la discrepanza rispetto
al valore teorico è dovuto alla vicinanza delle Alpi la cui attrazione
gravitazionale influenza sensibilmente la direzione del filo a piombo.
Oltre che scienziato di fama internazionale, Beccaria fu anche un eccellente
umanista, avendo anche coltivato l'arte e la poesia, ma soprattutto le lettere
latine.
Giambatista Beccaria, che fu sempre tormentato da acciacchi di ogni genere,
si ammalò gravemente mentre stava lavorando ad un'opera sulle meteore
e dopo una lunga e dolorosa malattia, durante la quale ebbe continue testimonianze
di pubblica stima da parte dei più illustri personaggi dell'epoca, morì
a Torino il 27 maggio 1781.
Il Municipio di Andrate, antistante la Chiesa Parrocchiale, è situato
sulla piazza dedicata a G. B. Beccaria ed all'interno della chiesa, sulla parete
a sinistra dell'altare, è murata una targa in marmo che recita
"Il Padre Gioanni Battista Beccaria già nel 1762 osservava le
stelle da questo foro col suo Settore Zenitale (Vedi Gradus Taurinensis pagina
99 e 165)"
Il Barone Cav. Plana Gioanni Astronomo dettava la presente nel 1863.
Purtroppo la targa è in cattive condizioni di manutenzione, ma sarebbe
possibile poterla rimettere in sesto con poca spesa ed un po' di lavoro di volontariato
da parte del Gruppo Astrofili Eporediesi.